Epidurolisi

Epidurolisi (Peridurolisi) secondo Racz

In cosa consiste/che cos’è?

Con il termine peridurolisi o lisi delle aderenze per via peridurale si definisce una procedura antalgica che consiste nella introduzione attraverso lo Hiatus sacralis ( una piccola apertura nella parete ossea del sacro) di un catetere particolare , detto catetere di Racz, dal nome dello Specialista che ha ideato la procedura negli anni 80. Tale catetere viene fatto procedere nello spazio epidurale sotto controllo radiologico, fino nella zona della infiammazione delle strutture nervose; una volta raggiunta tale zona viene somministratae  una miscela di farmaci (ialuronidasi, cortisonico a lento rilascio, anestetico locale e soluzione fisiologica), chiamata miscela di Racz, per  ottenere la riduzione della infiammazione locale ed uno “sbrigliamento” funzionale delle radici nervose compresse o stirate in seguito ad un pregresso intervento chirurgico sul rachide (ad esempio per ernia discale) o da aderenze insorte in seguito a patologie infiammatorie o degenerative del rachide (ernia discale, stenosi del canale).Tali  aderenze cicatriziali infatti, stirando o comprimendo la radice nervosa, contribuiscono a sostenere l’infiammazione ed il dolore. La  metodica  può avvalersi anche  della possibilità di aumentare la precisione nella localizzazione della radice nervosa infiammata utilizzando una stimolazione elettrica che il paziente percepisce come un “formicolio” nella zona interessata dal dolore

Quando è indicato il suo utilizzo?

La epidurolisi è indicata nei seguenti quadri dolorosi:

– Dolore persistente  post-intervento di chirurgia vertebrale (noto come Failed Back Surgery Syndrome (FBSS)
– Stenosi lombare
– Dolore persistente lombare da spondiloartrosi
– Lombosciatalgia ricorrente

Come avviene la procedura?

Tale metodica può essere effettuata solo su pazienti in regime di ricovero. Il paziente viene preparato secondo la procedura specifica per gli interventi chirurgici maggiori, comprendente la valutazione preoperatoria degli esami ematici e di laboratorio e la raccolta del consenso informato. Poiché la procedura è un atto chirurgico anche se non prevede incisioni con bisturi si porrà grande cura alla sterilità, alla disinfezione, con la preparazione di un campo operatorio. All’ingresso in sala operatoria viene posizionato un ago sul braccio del paziente per un accesso venoso (una flebo),  per la eventuale somministrazione di farmaci durante l’intervento in caso di necessità; viene inoltre eseguito durante tutta la procedura il monitoraggio della frequenza cardiaca e della saturazione dell’ossigeno ed il controllo della pressione arteriosa. Il paziente viene quindi posizionato sul letto chirurgico in decubito prono (a pancia sotto), su un  particolare letto curvo radiotrasparente che consenta  l’impiego dell’apparecchio radiologico durante la procedura. Questa posizione  ha lo scopo di far “aprire” gli spazi vertebrali facendo flettere leggermente la colonna  e di porre in posizione corretta il sacro per facilitare l’introduzione dell’ago. Si pratica quindi nel punto di ingresso dell’ago una  anestesia locale. Una volta che il corretto posizionamento dell’ago viene confermato si introduce il catetere sotto controllo radiologico.
L’individuazione del punto esatto dove eseguire il trattamento è ottenuta controllando la posizione del catetere con l’apparecchio radiologico e quindi stimolando elettricamente la radice nervosa; il paziente dovrà confermare la percezione del formicolio provocato nella zona dove solitamente ha dolore. Verrà quindi somministrato il mezzo di contrasto, che visualizzerà eventuali fibrosi e/o aderenze conseguenti alla infiammazione cronica: si dovrà  posizionare il catetere  il più possibile vicino a questa zona.  Una volta individuata/e la /le radice/i nervosa/e interessata/e, viene somministrata la soluzione di ialuronidasi e cortisone a lento rilascio previa anestesia locale e/o soluzione fisiologica che andranno a disporsi sulle radici trattate ed evidenziate.

Nel caso in cui sia indicato (presenza di una componente neuropatica del dolore) attraverso lo stesso catetere posizionato in stretta prossimità della radice nervosa può essere eseguito anche un trattamento con radiofrequenza pulsata.

Cosa avviene dopo la procedura?

Il paziente viene trasferito dal letto curvo alla barella e, verificata l’assenza di effetti avversi, viene riportato in reparto. Il catetere viene lasciato in sede per le successive somministrazioni di ialuronidasi e cortisonico a lento rilascio. In terza giornata il catetere viene rimosso ed il paziente viene reinviato a domicilio. Solitamente il  beneficio può essere percepito gradualmente dal primo giorno postoperatorio al trentesimo e permane per diversi mesi (da 3 a 6 o più) in base alla gravità del quadro. La metodica può eventualmente  essere ripetuta ma non prima di 3 mesi.

Animazione procedura epidurolisi

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