Fibromialgia
La fibromialgia è una sindrome, le cui cause non sono state ancora chiarite, caratterizzata da dolore cronico diffuso che interessa circa il 2% della popolazione, senza preferenza di età, ma con netta prevalenza del sesso femminile.
Questa malattia si presenta con caratteristiche principali che sono:
- dolore muscolare diffuso da almeno tre mesi
- positività dei tender points
e sintomi associati quali:
- ansietà
- fatica
- disturbi del sonno
- difficoltà cognitive
- mal di testa
- parestesie (formicolii)
Il decorso della fibromialgia è spesso imprevedibile e il dolore cronico, la disabilità e la ridotta qualità di vita possono persistere e peggiorare nel tempo.
La riduzione del dolore e il miglioramento della funzionalità sono gli obiettivi da ricercare nel trattamento della fibromialgia: ciò è possibile grazie ad un approccio che integra gli aspetti farmacologici, riabilitativi e psicoterapeutici.
L’educazione del paziente alla conoscenza della malattia e una maggior responsabilizzazione dello stesso, possono avere un ruolo di supporto alla terapia farmacologica nel migliorare lo stato di salute e la qualità di vita.
La fibromialgia è stata ritenuta per molti anni una malattia di prevalente interesse reumatologico. La diagnosi veniva eseguita come diagnosi di “esclusione” (cioè scartando la possibilità che i sintomi fossero attribuibili ad altre malattie) e valutando la presenza di specifici punti dolenti (tender points) che dovevano essere localizzati secondo uno schema molto preciso; tale definizione della malattia si basava sui criteri diagnostici elaborati nel 1990 dall’American College of Reumathologists (ACR).
Questi criteri diagnostici sono stati successivamente modificati nel 2010 in conseguenza delle nuove teorie sulle cause della malattia, che non appare più essere attribuibile ad una patologia del sistema muscolo scheletrico (da cui il termine “fibromialgia”) ma che identifica la causa della sindrome in una disfunzione di quella parte del sistema nervoso deputato alla percezione ed alla modulazione e controllo della sintomatologia dolorosa. La malattia perciò rivestirebbe le caratteristiche di un dolore cronico “disfunzionale” di tipo neuropatico.
Secondo i criteri della ACR (2010) la diagnosi di fibromialgia può essere sospettata quando ci si ritrovi di fronte ad un quadro clinico composto da una triade di sintomi ben specificata:
– Dolore cronico diffuso
– Astenia, facile affaticabilità
– Disturbi del sonno
A questi sintomi si possono associare disturbi dell’umore e disfunzioni cognitive (disturbi della memoria) oltre che ad un ampio corredo di sintomi.
In modo interessante nei pazienti affetti da fibromialgia possono coesistere altre patologie (co-morbidità) che riconoscono alla loro base la stessa disfunzione del sistema nervoso : sindrome del colon irritabile, cefalea muscolotensiva, emicrania, cistite interstiziale, vulvodinia, disordini temporomandibolari, sindrome da chemiosensibilità multipla, dismenorrea primaria, cistite interstiziale.
La terapia odierna della sindrome fibromialgica sarà perciò basata non solo su farmaci analgesici ma anche su farmaci che agiscono potenziando la capacità del sistema nervoso di “modulare” la percezione dolorosa; saranno inoltre di fondamentale importanza anche approcci non farmacologici e l’utilizzo di un programma riabilitativo e di incentivazione al movimento , dato che il trattamento di una sindrome così complessa non può che essere multimodale.