Cannabis

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NOTIZIE GENERALI

Negli ultimi anni si è sviluppato grande interesse e grandi aspettative dall’utilizzo dei derivati della Cannabis nel trattamento del dolore persistente e refrattario a terapie tradizionali.

La Cannabis Sativa è stata coltivata per lungo tempo in Italia  in passato; in seguito le restrizioni determinate dalla legislazione anti-stupefacenti hanno abolito tale pratica. Solo recentemente si è ripresa una coltivazione e lavorazione a carico dell’Istituto Farmaceutico Militare  per la produzione di cannabis sativa ad uso terapeutico.

La pianta produce centinaia di composti attivi, in parte cannabinoidi , in parte terpeni. fra i cannabinoidi i più attivi sono il tetraidrocannabinolo (THC) ed il cannabidiolo (CBD). Tuttavia l’efficacia della cannabis sembra almeno in parte legata alla sua assunzione fitoterapica , cioè di tutto il preparato della pianta , dato che l’effetto globale è legato a tutti i composti presenti (il così detto effetto “entourage”)

Commercialmente la Cannabis viene reperita come infiorescenza secca. Puo’ essere quindi somministrata come tisana facendo bollire per 15 minuti in acqua   le infiorescenze secche, oppure come gocce di una soluzione in olio di oliva. alternativamente possono essere prodotte capsule decarbossilate (che contengono i composti già attivati dalla procedura di preparazione eseguita dal farmacista).

Le infiorescenze, prodotte principalmente  in Olanda, ma anche dall’ Isitituto Farmaceutico Militare, derivano da piante con profilo genetico stabile per cui forniscono un prodotto con un contenuto di principio attivo costante.  Infatti la difficoltà principale nella coltivazione e produzione di cannabis terapeutica è l’estrema variabilità nel contenuto di THC e CBD nelle inflorescenze; dato che il medico ha necessità di conoscere la quantità esatta di molecola contenuta nell’inflorescenza secca è fondamentale che le piante vengano coltivate in modalità controllata.

 

CANNABIS MEDICA

La cannabis rappresenta  una “arma” relativamente nuova e una nuova possibilità di cura per numerose patologie caratterizzate da dolore persistente/cronico.

E’ però doveroso chiarire fin da subito che in medicina e quindi nel trattamento del dolore NON ESISTE UNA PANACEA, ovvero non abbiamo a disposizione nessun farmaco e  nessun trattamento che finora (e probabilmente mai!) risulta efficace nel 100% dei pazienti e per tutte le tipologie di dolore.

E’ vero che la Cannabis ha un margine terapeutico elevatissimo, ovvero che è un farmaco sicuro e molto meno problematico e dannoso di altre molecole (soltanto il 26% di chi sospende il trattamento lo fa a causa di effetti collaterali),  tuttavia pur essendo ampia la letteratura scientifica sulle proprietà terapeutiche della cannabis, i risultati riportati nell’utilizzo clinico sono spesso contraddittori tra loro.

Ha effetti positivi in alcune forme di  cefalea e nella fibromialgia oltre che sul dolore neuropatico,  migliora la qualità del sonno, favorisce l’appetito, diminuisce le contratture e la spasticità ed è inoltre un farmaco sicuro. Attualmente viene prescritta sopratutto in quadri dolorosi di tipo neuropatico che si associano con una componente di spasmo muscolare importante, ottenendo in questi casi i migliori risultati (l’esempio più calzante è quello del dolore in corso di sclerosi multipla)

i preparati a base di cannabis possono essere però prescritti in  tutte quelle patologie dolorose il cui trattamento con farmaci e trattamenti non farmacologici di tipo tradizionale non abbia avuto successo.

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