Fratture Vertebrali

Fratture Vertebrali

frattura vertebrale

Le fratture vertebrali hanno attualmente una elevata incidenza nella popolazione; frequentemente rilevate nei pazienti anziani dove si verificano anche per piccoli traumi o spontaneamente, a causa della fragilità ossea determinata dalla osteoporosi, si riscontrano anche in pazienti più giovani in seguito a traumi più importanti o in alcuni casi di malattia (mieloma, tumori metastatici).

La diagnosi di frattura vertebrale si basa sulla storia clinica (come è cominciato il dolore) , su di una accurata visita e sopratutto sugli esami radiologici. Al fine di evidenziare se una frattura sia recente o meno è necessario eseguire una Risonanza Magnetica con un particolare tipo di scansioni (Sequenze STIR) che, evidenziando la presenza di una “infiammazione” nella vertebra fratturata , indica con sicurezza che la frattura è recente e quindi necessita di trattamento .

Al contrario sia la radiografia convenzionale che la TC   sono sicuramente in grado di evidenziare una frattura, ma da questi esami non  è possibile risalire alla “età” della frattura stessa  che potrebbe essere di pochi giorni oppure di molti anni prima. In questi casi l’unica possibilità è quella di avere un confronto con un esame precedente di poche settimane ed in

radiografia che dimostra la deformazione per frattura della vertebra L2

questo caso si può evidenziare se quel cedimento vertebrale fosse preesistente oppure sia comparso recentemente

Le fratture vertebrali vengono trattate in molti casi in modo “conservativo”, con conseguenti periodi di ricovero ospedaliero, allettamento prolungato per i pazienti, acquisto con costi non trascurabili di adeguati presidi ortesici (busto) estremamente scomodi da indossare. A questo deve essere aggiunto la necessità di convivere con il dolore per un periodo di tempo variabile ma difficilmente inferiore ai 45 giorni, dato che purtroppo questo tipo di dolore è mal controllabile in modo adeguato con la terapia farmacologica.  Inoltre è necessario considerare che le fratture vertebrali trattate in modo “conservativo” possono esitare in gravi deformità postraumatiche (la vertebra può arrivare a schiacciarsi completamente sotto il peso) che alterano la biomeccanica del rachide causando una predisposizione ad ulteriori episodi fratturativi nel caso di patologia osteoporotica.  La Vertebroplastica e la  Cifoplastica  rappresentano  una possibilità di trattamento alternativo a quello conservativo: è un intervento percutaneo (cioè senza incisioni della pelle ma eseguito attraverso un ago) che permette, iniettando un cemento biocompatibile all’interno della vertebra fratturata, di stabilizzare la frattura  mettendo il paziente in grado di alzarsi dal letto dopo poche

risonanza con sequenza STIR (a destra) che evidenzia frattura vertebrale recente

ore dal trattamento senza necessità di indossare il busto e senza dolore, con un brevissimo ricovero ospedaliero. I vantaggi di questo tipo di trattamento sono evidenti, evitando al paziente con una procedura di circa 40 minuti a basso rischio quando eseguita da professionisti esperti lunghi periodi di allettamento forzato  e necessità di indossare busti pesanti, cosa importante in tutti i pazienti ma soprattutto nei pazienti anziani in cui un allettamento prolungato rende il recupero della autonomia estremamente difficoltoso

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